FUGA Photo

Hi I’m Enrico Fuga

SCATTO SEMPRE DI CUORE NELLA VITA E NEL LAVORO

È stata una Olympus XA2 la prima macchina fotografica che le mie mani iniziarono a usare a 12 anni. Me la regalò una cara zia che aveva colto in me la scintilla di una passione.

Ho sempre scattato per cogliere l’attimo e per fermare la percezione delle cose. Ogni istante in questo modo, può diventare un racconto.

CHE COS'È’ FOTOGRAFARE SE NON RESPIRARE L’ESPRESSIONE DI UN VOLTO, COGLIERE LA BELLEZZA DI UN PAESAGGIO, ACCETTARE LA PAZIENZA DI ASPETTARE THE DECISIVE MOMENT?

Siccome una foto riuscita è spesso quella che esprime l’emozione che si prova quando la si cattura, ho accettato come primo lavoro di fare il fotoreporter. Era il 2008 quando entrai a far parte dello staff di redazione del Gazzettino, quotidiano con il quale ho collaborato per due anni e dove ho fatto un po’ di tutto. Dallo still life ai  grandi eventi di sport, musica e cultura.

LA VITA E’ UN VIAGGIO ALLA RICERCA COSTANTE DELLA VERSIONE MIGLIORE DI NOI.

Non ero tranquillo nonostante il lavoro sicuro. Un’inclinazione scomoda di ricerca e approfondimento mi creava un’inquietudine che trovò pace solo con la decisione di cambiare completamente paradigma. Sentivo il bisogno di crescere dal punto di vista tecnico e culturale e ho risposto alla chiamata che avrebbe cambiato il corso degli eventi. Nel 2009 mi trasferisco a Dublino per inseguire il mio sogno di studiare “da fotografo”. Mi sono laureato in fotografia, ho lavorato come barman per mantenermi e pagarmi gli studi. Ecco, il barman è la professione che in parallelo ha sempre accompagnato quella di fotografo.

La parentesi irlandese è stata determinante per cercare, trovare e ampliare il mio personale stile di photographer. Prediligo il bianco e nero e Dublino cos’è, se non la città per eccellenza delle sfumature dei grigi? Dei bianchi e dei neri?

Nel frattempo, da barman mi trasformo in un bar manager apprezzato, ricercato, desiderato. Forse è stato proprio questo mio essere anche ‘uomo’ dietro un bancone, coach di squadre di ragazzi che dovevano muoversi all’unisono, che mi ha fatto scoprire la passione di cogliere, fermare e immortalare un certo tipo di bellezza… quella che si nasconde dietro un buon drink o a un piatto da portata.  Ecco perché ho sviluppato “un certo occhio” per creare immagini d’arte grazie al food and beverage.

È CHIARO CHE AMO PARLARE CON LE IMMAGINI PIù CHE CON LE PAROLE, IDIOMA NON COSì SCONTATO COME SEMBRA, PERCHE’ SOLO UNA FOTO PUO’ RACCONTARE MOLTO PIU’ DI QUALSIASI DISCORSO COSTRUITO BENE.

Forse per questo mi hanno preso come stagista a Dublino (esame obbligatorio per ottenere la laurea) al Irish Times che è il quotidiano irlandese per antonomasia (il nostro Corriere della Sera) che ha pubblicato le mie foto. Per due settimane sono stato l’unico e il primo studente a cui abbiano pubblicato le foto realizzate per i servizi giornalistici.

Il 2010 è stato l’anno del premio come “fotografo dell’anno”, sempre a Dublino: Photographer of the year e l’anno successivo è stata la volta del Best student and photographer of the year.

Nel tempo ho pubblicato foto per libri e cataloghi d’autore, foto per copertine di libri.

Alcuni miei scatti sono stati pubblicati su importanti riviste di architettura italiane e tedesche e ho infine lavorato anche per riviste patinate irlandesi.

E poi? Beh, sono rientrato in Italia nel 2014 per rispondere a un’altra chiamata. Per seguire l’amore e l’energia che porta con sé. Con Gina che nel 2016 mi ha fatto diventare padre di Riccardo, ho dato vita a un altro piccolo capolavoro: la mia famiglia.

Arriva il tempo della responsabilità e delle nuove scelte. Il tempo della consapevolezza matura che ci spiega come noi non siamo altro che il frutto delle nostre decisioni non delle nostre condizioni.Mi sono ritrovato in un’altra città magica a fare il bar manager. Niente toni di grigio questa volta, solo luce con le sue variazioni, le sue stagioni e le maree… Venezia è il mio nuovo palcoscenico! Alternato tra l’ Hilton Hotel e il Bauer Hotel (il mio inglese fluente dopo gli anni dublinesi, è stato determinante nell’offrirmi questa opportunità professionale), mi ritrovo a fare il barman. Ma quel desiderio ardente di scattare, di osservare, di fermare l’attimo, non mi ha dato tregua.

INFATTI, ORA SONO QUI A RACCONTARVI QUESTA STORIA, AD ACCOMPAGNARVI NEL MIO STUDIO FOTOGRAFICO VIRTUALE, A RACCONTARVI UN PO’ DI ME.

Ho capito una cosa importante riguardando il mio viaggio a ritroso e spero sia chiara a tutti.

Non sono più un giovincello, ma è proprio vero che non è mai tardi per inseguire i propri sogni.

E visto che sono quello degli “scatti di cuore”, apriamo il sipario su questa galleria che vale più di qualsiasi parola, perché vi è impressa la mia anima.

Enrico Fuga

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